Friday 26th July 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

Le spacconerie di Alfano

Le spacconerie di Alfano

di Davide Tedeschini – I gravi errori politici di Alfano non sfuggono a Guido Crosetto e Giorgia Meloni che ne danno letture diverse. Non c’è un’area vicina ai rottamatori ma l’anima del PdL come il capogruppo alla camera Cicchitto, l’ex coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, l’ex Premier Silvio Berlusconi, l’ex ministro Galan, l’ex sottosegretario Sgarbi, i deputati Mussolini,  Santanchè, Biancofiore e un elenco della cui lunghezza si perde cognizione.
Il PdL dimentica il famoso slogan: “Fatti, non parole”. Dopo tutto quello che è successo col caso Fiorito, il tradimento degli elettori col governo Monti (smentendo 17 anni di storia contro tasse e privilegi della Casta), l’abdicazione della nostra sovranità all’Europa,  ci mancava solo la barzelletta delle primarie del PdL a cui vorrebbero partecipare in tanti come primarie di coalizione e invece no: Alfano è contrario forse perché vuole fare il Premier oppure perché finge di rompere con Berlusconi per tirargli la volata. E allora partono le defezioni di piccoli gruppi di parlamentari per distruggere l’area conservatrice italiana, verso il centro-centro sinistra come quello formato alla camera dai deputati Bertolini (e Antonioni, storici forzisti della prima ora), che definisce Berlusconi uno ‘schettino’. Tra le defaiances emergono due voci fuori dal coro: Guido Crosetto e Giorgia Meloni che riconoscono due dei gravi errori politici di Alfano: il primo sottovalutare Storace (appena assolto da un processo che puzzava di politica), il secondo la strana dichiarazione sull’incandidabilità alle primarie del PdL di ‘indagati’ e per la storia di un partito erede di quello socialista, liberale e democristiano sembra veramente contraddittorio.  In entrambi i casi sono piovuti insulti ad Alfano un po’ ovunque: ribellione a posizioni che chiunque riterrebbe ‘meschine’, o ‘ipocrite’ (come ha fatto Vittorio Sgarbi) tanto quanto lo è stato definire le primarie per la premiership del centrodestra sebbene non coinvolgano altri partiti, come se nel resto del Paese non ci fossero altre forze con le quali dover dialogare e quindi, offendendole: questa è ‘spacconeria’ che non fa rima con serietà. Incomincia senza retorica a emergere una sorta di mediocrità della segreteria politica che in precedenza non avevamo notato: in effetti Alfano è stato eletto per acclamazione su indicazione di Berlusconi e non a furor di popolo, né con un congresso che voleva essere tale, e in verità non avrebbe alcuna legittimazione politica se decidesse di gestire il partito contro il suo mentore che infatti, se ne sta facendo un altro. Così Alfano dichiara: “Se scende in campo Berlusconi le primarie potrebbero essere inutili”. Volevo solo avvisarvi che la  ‘deberlusconizzazione’ è impossibile, come impossibile entrare in casa di un amico e metterlo alla porta. Fa specie che molti parlamentari come Gasparri e La Russa ci abbiano creduto.
Impossibile partecipare alle primarie del PdL: il tempo a disposizione per fare politica è poco, ognuno lo spende per il proprio partito e ringraziando il cielo sono de La Destra. Con tutti i problemi che comporta la campagna elettorale in tempi di antipolitica militante, ci mancava solamente un impegno in più, quello delle primarie di un altro partito, non dimenticando che La Casa delle Libertà, ci aveva abituato a gazebi e convention a spese altrui che si sono puntualmente  trasformati in una fregatura (vedi Monti);  tant’è vero che non riesco proprio a capire quali personalità dell’imprenditoria e della politica possa andare a pescare Berlusconi per fare Forza Italia 2.0 se non ci sono volontari per un ideale politico. Per la nuova creatura di Berlusconi è svanita l’aura che avvolgeva il primato di un’opera d’arte unica e irripetibile: la propria storia politica non si cancella.
Anche per questo l’occasione  delle primarie di coalizione è stata perduta. Berlusconi chiosa: “Le primarie sono un errore, lo dico perché gli voglio bene, così si indebolirà (Alfano)”. E vorrei vedere! Ma chi non indebolirebbe la propria immagine politica con certe cialtronate? Aprire  una competizione per uscirne già in partenza vincente, non valutare la presenza di ex ministri ed ex governatori (Formigoni e Alemanno) che vorranno contropartite impossibili, non far scendere in campo imprenditori di successo della società civile, non valutare invece personalità di spicco (al fine di ricompattare tutto il centrodestra) come quella di Storace da poco assolto dopo essere stato incredibilmente infangato da ministro e governatore del centrodestra, anche solo per tutela degli uomini di partito, dellastoria se non personale, di tutta l’area politica del centrodestra.
Per tutti questi motivi è impossibile portare consenso e partecipazione ad un evento di un PdL (se si terrà) che forse si vuole coprire (facendo un gran minestrone), personalità di spicco come quella di Francesco Storace, e pure sarebbe inutile:  chiunque vinca le primarie si dovrà confrontare alla pari col leader de La Destra alle elezioni. Per quanto mi riguarda la Meloni fa parte di una corrente di ex AN che è gruppo dirigente del Lazio, quindi non so quanto sia diversa da altri colonnelli del PdL che ancora sostengono il governo Monti e non sanno come salvare la poltrona. In alcune sue dichiarazioni oltretutto non sembra avere intenzione di urtare troppo duramente contro il muro di Alfano. Non è un Renzi di centrodestra, tanto per fare un paragone, un Renzi di cui non c’è bisogno a sinistra ma che avrebbe senso nelle primarie del centrodestra. Primarie farsa solo per legittimare Alfano e organizzate da Lui stesso, o per dare smalto a questo o a quel colonnello,  veramente inutili all’Italia e agli Italiani. Volendo fare un paragone,  era più coerente Berlusconi nel rivendicare sfacciatamente la leadership in quanto proprietario del simbolo, (viva la sincerità!) piuttosto che organizzare una farsa del genere. L’Italia merita ben altro, meritano ben altro tutti gli elettori di destra e di centrodestra che da tutta la vita si oppongono al centrosinistra. Elettori che vedono avvicinarsi le elezioni e guardano con preoccupazione tanta superficialità e lontananza dai veri problemi politici che sono quelli dei cittadini, del popolo. Insomma eccezion fatta per il nome, il PdL è veramente impopolare nei fatti e nelle dichiarazioni, anzi dimostra di aver dimenticato il famoso slogan degli esordi: “Fatti, non parole” che tanto piaceva agli italiani. Non vogliamo essere sobillati da slogan e finte iniziative preelettorali: è per questo che La Destra è sempre più popolare nella sua semplicità, mentre gli errori della segreteria del PdL incominciano a essere troppi e non sembrare più casuali, accompagnati da ‘spacconate’ che preferiremmo non sentire.

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