Friday 13th December 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

Una destra di governo e non di potere

Una destra di governo e non di potere

Non conosco personalmente Pinuccio Massari, ma sono ormai diverse settimane che mi capita di leggere ciò che pubblica sulla sua bacheca di Facebook, che impreziosisce di scritti la cui provenienza è quasi esclusivamente il suo sacco, a differenza di molti, che amano fare i forbiti con le parole di altri. Ebbene, questa mattina Pinuccio – che è uno storico della sua amata Terra – mi ha regalato il bellissimo commento a La destra che vorrei che troverete di seguito. Buona lettura e… buon Compleanno, Pinuccio! AN

 

Carissimo Alessandro, finalmente, sono riuscito ad acquistare la copia del tuo ultimo pamphlet sulla Destra che vorrei. L’ho appena finito di leggere e senza voler fare una recensione, mi permetto, in una specie di postfazione, scusa la presunzione, rilevare la fondatezza della tua analisi, la spregiudicatezza positiva nello scrivere di alcuni soggetti che hanno vissuto la loro parentesi a destra come tanti extracomunitari. In maniera fugace, provvisoria, pronti a svendere e svendersi pur di conservar bottega, Ovviamente, visto la fine che hanno fatto non posso non riferirmi ai tanti tortellini di sventura, ai tanti bocchino, bocconcini, granata e via giù a sgranare il campionario miserabile di un miracolo che non c’è stato, soprattutto in considerazione del fatto che, bisogna ammetterlo, nel panorama politico dell’ultimo ventennio una anomalia positiva ci poteva essere se fosse stata degnamente rappresentata dal suo leader, Berlusconi e dai tanti che gli hanno fatto e continuano a fargli solo da codazzo strisciante. Il riferimento è chiaro e tondo ai Garsparri, ai Matteoli, ai tanti ventriloqui del capo per i quali non è il caso di perdersi in un elenco telefonico.

Veniamo alla destra che vorrei. Consentimi qualche integrazione al tuo scritto. La destra che io vorrei, che sogno, che ho sempre sognato è stata ed è quella di una destra di governo e non di potere. Questo, purtroppo, nel nostro mondo non è mai avvenuto, non è stato mai concepito se solo penso alle liti che si facevano per vedersi riconosciuto un posto nel Comitato Centrale del MSI. La destra italiana, quella che abbiamo vissuto da vicino tra il finire del secolo scorso e l’inizio dell’attuale, è stata una destra di potere effimero, passeggero, stagionale, inconcludente, inconsistente, che non ha saputo o voluto incidere con autorevolezza nello sposare, per esempio, appieno la totalità del Magistero tradizionale della Chiesa. Una destra che, pur richiamandosi ai valori dell’Unità nazionale e risorgimentale, non ha saputo o voluto farsi maestra e scuola per isegnare, nelle sue scuole, nella sua grande scuola di umanità, di pensiero, di tradizione e di cultura, una materia che fosse l’italiano, non nel senso grammaticale, lessicale e sintassico del termine ma nel senso di costruire l’uomo italiano, di formarlo, forgiarlo, educarlo. E’ vero fu fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani. Questo doveva fare la destra e non ha fatto. C’è bisogno di una destra coraggiosa che non indietreggi, che non svenda il suo patrimonio ideale, il suo DNA, come ha di recente, purtroppo, fatto. Una destra che non soffra complessi di inferiorità nei confronti di nessuno, perchè è quella che ancora può dare, ancora può dire la sua parola religiosa, rigorosa, solenne circa la meritocrazia nei vari settori della vita pubblica, politica, culturale, sociale. Una destra che sia casa, sia famiglia, esempio di unità, di coesione da trasmettere come valore di una unione fondata non sullo scambio reciproco dei sessi, con quelle che si chiamano unioni di fatto, sia naturali che innaturali ma sulla indissolubilità del vincolo sacramentale e naturale della vita che si chiama matrimonio e non vita di coppia o convivenza. Una destra pronta a sfidare la impopolarità di certi balzelli economici, fiscali, contributivi e combatterli fino in fondo, senza esclusione di colpi. A cominciare dall’inutile balzello chiamato canone Rai per finire ai tanti ancora in vigore dall’ante guerra, per continuare con tutti quelli che esistono, grazie alla cecità di una Europa che non vede le nostre travi e guarda nei nostri occhi per scorgere solo le pagliuzze. Una Europa così ancora concepita.

Non cristiana, non credente, non umana, non solidale, impositiva, solo restrittiva, cadente, claudicante, falsamente forte, presuntuosa, arrogante, mistificatrice di conti, carte, numeri non è l’Europa, che da destra, purtroppo e senza vergogna abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere. Una destra che avesse il coraggio di rinunciare, di abrogare le regioni, questi micro e macrosistemi di potere, sottopotere, sarebbe una destra più spendibile, più credibile. Sarebbe una destra moderna, capace di attualizzare l’Unità d’Italia, troppo spesso dimenticata o messa nell’angolo, nascosta da qualche parasole o velina di turno che mette in giro solo le proprie vergogne. Per pudore e rispetto mi fermo qui.

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