Thursday 28th March 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

A 20 anni perché lottare?

A 20 anni perché lottare?

di Andrea Lazzeri – Cosa bisogna fare a 20 anni? Fottersene o lottare? Accettare quest’Italia e quest’Europa o sognare? Vivere senza impegnarsi in prima persona o lottare? E cosa serve? Un partito nullità come il pdl , partito sintesi….di tante nullità? O un movimento identitario e orgoglioso, Nazionale, popolare e sociale? Beh in sintesi direi: lottare, lottare e lottare….sognando…dove? In un movimento fatto di gente comune e perbene, di militanti che combattono ogni giorno e non di nullità che recriminano. Io sto con La Destra e dobbiamo insistere e contagiare sempre più persone anteponendo idee e valori a poltrone e capriole.

Una destra anti-sistema, nazional-popolare, che deve essere capace di guidare la Rinascita Nazionale che non può che partire da un recupero di sovranità: politica,monetaria, economica, popolare e dunque in 2 sole parole :sovranità nazionale!Per il trionfo del’economia reale su quella speculatrice e virtuale. Una destra che avanza contro il libero mercato in cui sono monopolisti i poteri criminali e forti.  Una destra contro la tirannia del pensiero unico! Una destra identitaria, avanguardia di una lotta di liberazione culturale contro la religione del dio denaro, il conformismo, l’omologazione! Una destra futurista e movimentista, pronta ad affrontare le sfide del presente con la certezza e l’orgoglio delle proprie radici e capace di essere l’alternativa radicale alla partitocrazia padrona ,corrotta, famelica e ladrona !

Una destra per che cosa?

Per il lavoro, ma inteso come bene  nazionale; lavoro come fattore essenziale per la dignità della persona lontano da logiche schiaviste e fondato  sul concetto di profitto sociale, ovvero del profitto dell’intera società e non solo di pochi. Per avere più lavoro con meno tasse e meno sprechi. Per il merito praticato in una scuola dove prevalgano  impegno e capacità e non raccomandazioni .Una scuola che recuperi il suo carattere di istituzione di formazione ed anche d’esempio ed educazione con al centro disciplina e meritocrazia squarciando il lascito sessantottino fatto di sei politici e lassismo.

Per la partecipazione ovvero proporre modelli di partecipazione dei lavoratori non solo agli utili ma anche alla gestione delle imprese. Sarebbe la rivoluzione che rimetterebbe in moto l’economia nazionale, conciliando finalmente capitale e lavoro e rendendo finalmente il lavoratore protagonista. Va quindi chiusa immediatamente questa triste stagione che ha visto periodicamente privatizzare gli utili e socializzare le perdite.

Dobbiamo parlare il linguaggio dell’intransigenza che è cosa diversa rispetto a inutili e sterili estremismi. Bisogna tornare alla politica intesa come servizio alla Comunità Nazionale. Bisogna avere le idee chiare ed il coraggio delle proprie idee, ma soprattutto un amore sconfinato per la propria terra e per il nostro popolo.Avere le idee chiare su alcuni principi fondamentali: supremazia della politica sull’economia, anteporre l’interesse nazionale a quello personale, visione della politica come servizio, la comunità come unità di destino, la solidarietà come cemento della comunità nazionale.Contro i nominati e i dinosauri della politica,serve militanza e passione.

Restare a guardare significa accettare indifferenti corruzione e mal governo.Fregarsene di questo status quo e’ diserzione,imperdonabile e incomprensibile per chi come noi rigetta l’ individualismo contemporaneo. E la diserzione diventa tradimento se poi pensiamo anche solo un attimo al sangue versato con onore sul campo da Sergio Ramelli e tanti altri come lui.È un mandato che va tramandato di generazione in generazione.Dobbiamo metterci la faccia perché noi come pochi altri possiamo: con stile, onestà e passione.

Possiamo, vogliamo e dobbiamo farlo oggi più che mai.Non è facile e non ci conviene ma dobbiamo perché per noi prima viene l’ orgoglio dell’appartenenza   alla convenienza dell ‘ omologazione e dell’indifferenza.Forza,mettiamoci la faccia e diamoci da fare.

Riaccendiamo fiamme di speranza, ricominciamo a sognare…

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